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Uno scenario innovativo di grande respiro in linea con le direttive e le scelte UE sulla tutela dell’ambiente e per la promozione duratura di un a vera economia sostenibile.
L’economia verde vede un profondo ripensamento del vecchio modo di lavorare, di progettare e la nascita di nuove figure professionali vede la formazione come leva strategica di questo cambiamento.
Non solo nuova occupazione, ma una riconversione in chiave green delle attuali professioni.
L’obiettivo è dare possibilità alle PMI di fare un restylinge, con un occhio alle proprie origini e uno al futuro, ritornare sul mercato competitivi ed in grado di rispondere ai bisogni attuali.
Secondo l’ultimo rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal nei prossimi 5 anni le imprese industriali cercheranno in Italia 270 mila unità nel settore della digital transformation mentre nel comparto della eco sostenibilità occorreranno circa 600 mila esperti nella gestione dell’energia, nel marketing ambientale, nella chimica verde.
Lavorare in un’azienda “green” oggi è una priorità per i millennial. secondo una ricerca pubblicata sul sito dell’emittente CNBC, ben l’86%, in pratica 9 su 10 dei nati tra il 1981 e il 1996, si ridurrebbe lo stipendio pur di far parte di un’azienda rispettosa dell’ambiente e che applichi concrete politiche di responsabilità sociale d’impresa (Corporate social responsibility – CSR).
Il cambiamento in atto dell’economia verso una green economy è fondamentale per realizzare uno sviluppo sostenibile nel quale le imprese devono avere un ruolo che individua l’economia verde come la strada maestra per incentivare l’economia del nostro Paese.
Le tre componenti dello sviluppo sostenibile: l’economia, il welfare e l’ambiente, devono essere affrontate in maniera equilibrata e duratura senza mettere in pericolo le possibilità di crescita delle nuove generazioni.
Un utilizzo più efficiente delle risorse porta anche vantaggi economici: genera occupazione e aiuta l’economia europea a crescere. Inoltre, crea importanti opportunità economiche per le impresee i lavoratori, migliora la produttività, riduce i costi e rafforza la competitività.
Promuovere, oggi più che mai, una crescita “intelligente, sostenibile e solidale” tesa a consentire l’utilizzo delle migliori conoscenze disponibili e la capacità di fare rete di fronte alle nuove sfide e alle opportunità attraverso filiere di responsabilità mirate al rispetto dell’ambiente e al rilancio socio-economico di territori e comunità.